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«Se il mio spirito è lontano, questo luogo lo è anche» Tao Yuanming

Firenze e la Carabaccia

Il gustoso piatto raffigurato è una zuppa di cipolle, non la stranota e un po' brodosa "soupe à l'oignon", ma l'originale densa zuppa di cipolle fiorentina detta carabaccia. Come molti altri piatti -vedi l'anatra all'arancia, la besciamella, l'omelette- la zuppa di cipolle fu esportata in Francia da Caterina de' Medici, fiorentina, regina, moglie di Enrico II, appassionata di buona cucina e dotata di un vorace -ma raffinato- appetito. Sembra inoltre sia stata lei ad insegnare ai francesi a mangiare con la forchetta, ad apparecchiare a modo, a cambiare piatto ad ogni portata. Insomma, in sintesi, a "stare a tavola".

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2776 Ab urbe condita

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Il 21 Aprile Roma festeggia il compleanno, più precisamente il duemilasettecentosettantaseiesimo. La data del 21 Aprile 753 aC è quella convenzionale (e tradizionale) di fondazione della città, fissata dallo storico Varrone sulla base di calcoli dell'astrologo Lucio Taruzio. Mentre il giorno sembrerebbe completamente deciso a tavolino (il 21 aprile veniva celebrata una delle più importanti e antiche cerimonie religiose),  l'anno invece risulterebbe confermato da recenti studi archeologici.

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Targa commemorativa sotto la Loggia dei Lanzi, Firenze, Piazza della Signoria -> 

Un capodanno fa Primavera?

Se vi capitasse l'occasione di viaggiare nel tempo vi consiglierei di scegliere la Firenze tardo medievale (diciamo tra il 1450 e il 1500) e, come giorno, il 25 di Marzo. Girando per le strade potreste non solo ammirare lo splendore primaverile della città di allora, ma anche imbattervi in qualcuno che vi augura buon anno. A quell'epoca, infatti, il 25 di Marzo si festeggiava l'anno nuovo secondo antiche tradizioni, e solo nel 1749 il granduca Francesco III di Lorena impose ai fiorentini di adeguarsi al calendario gregoriano e di festeggiare il capodanno come tutti gli altri, il 1 Gennaio. Le tradizioni a cui era rimasta legata Firenze erano diverse, prima tra tutte quella religiosa, di matrice ovviamente cristiana. Il 25 marzo è il giorno di concepimento di Gesù il Salvatore, di colui che ha consentito che si aprisse una nuova età nella quale l'uomo, senza distinzioni, può salvarsi solo grazie alla propria fede, concetto universale e in un certo senso "globalizzante" che ha rivoluzionato le logiche religiose e che nella storia ritorna in modi ed epoche diverse, da Paolo di Tarso a Lutero e poi ancora. Ma c'è di più, Marzo era il primo mese anche per i romani. Perché credete che settembre si chiami così? E' il settimo mese iniziando a contare da Marzo, ottobre l'ottavo, novembre il nono, dicembre il decimo. E poi Marzo segnava la nascita di una nuova stagione, di nuove speranze, l'arrivo della luce che vince sulle tenebre! Davvero il tempo non è che una convenzione, ed è la storia, tanto per cambiare, che ce lo insegna.

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Un equilibrio economico basato sul dono

L'anello di Kula - The Kula ring

Sopravvive ancora in un arcipelago del Pacifico sud-occidentale appartenente alla Papua Nuova Guinea, nelle isole Trobriand, un sistema economico non basato sullo scambio monetario. Il funzionamento è circolare: ognuna delle isole dell'anello produce collane o braccialetti e li fa girare, rispettivamente in senso orario e antiorario, portandole in dono insieme ad altri beni e cibi all'isola confinante, direttamente nelle mani del leader locale, il "big man". Un sistema studiato dall'antropologo Malinowski e descritto nel suo "Argonauti del Pacifico occidentale" (1922), sul quale da tempo immemore si regge l'economia e l'identità di una popolazione i cui membri spesso rimangono sconosciuti l'uno all'altro e nemmeno sanno ben spiegare, trattandosi di un sistema complesso, perché fanno ciò. E' una tradizione antica da rispettare, una prova di coraggio, una sorta di festa, un modo per garantire pace e reciproco sostentamento; probabilmente ne percepiscono il valore e il senso quando, quasi magicamente, le loro collane e braccialetti ritornano dopo aver completato il giro.

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“L’India è una concezione della vita. Quale concezione? Quella ben nota secondo la quale tutto ciò che sembra reale non è reale e tutto ciò che non sembra reale  è reale.” Alberto Moravia

Cose favolose

Per molto tempo l'India è stata "patria di cose favolose", e buona parte della storia occidentale è fatta di sforzi per avvicinarsi ad essa e sfruttare le sue ricchezze. In primo luogo le spezie classiche (pepe, chiodi di garofano, cannella, noce moscata, cardamomo, zenzero) poi il pepe rosso (detto anche pepe spagnolo perché arrivava in Europa passando per la Spagna) e il pimento (detto anche pepe garofanato per il caratteristico aroma) giunto in Europa intorno al 1620. L'impero moghul trasse da questi commerci lauti guadagni, le spezie venivano compensate con argento per un terzo del loro peso, e nei porti l'argento diventava oro per i proprietari delle navi. All'incirca nello stesso periodo altri alimenti andarono ad arricchire la lista: il peperone, il cetriolo, il tè, lo zucchero di canna -che soppiantò il miele, fino ad allora incontrastato dolcificante. Poi l'avorio, i coloranti, l'indaco, il giallo d'India -la cui produzione era un segreto moghul-, il blu oltremare -decisamente il più prezioso, derivato dai lapislazzuli-, che in Europa arrivò a valere il doppio dell'oro! E, infine, i più esportati in assoluto, i tessuti: seta e cotone, destinati a soppiantare nel nostro continente i capi in lino. L'imperatore moghul Akbar, subodorando affari d'oro, aveva dichiarato tutte le piantagioni proprietà privata dell'imperatore. La produzione di cotone venne centralizzata a Chatun dove nacquero le prime fabbriche tessili del mondo. Nel 1617 vi lavoravano 35.000 filatrici e 22.000 tessitori e la località divenne così famosa da lasciare il suo nome al prodotto, Chatun - cotton - cotone. Si pagava in oro e argento,  il nostro continente fu praticamente salassato e l'India visse il suo momento d'oro, quel che l'ha resa territorio appetibile per gli Stati europei più potenti di allora, con le conseguenze che sappiamo.  Fonte: "I moghul, imperatori dell'India", di Hans-Georg Behr

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"Ma quando Platone conversando sulla tirannide affermò che il suo diritto del più forte aveva validità solo se fosse stato preminente anche in virtù, allora il tiranno [Dionisio I di Siracusa] si sentì offeso e, adirato, disse: 'Le tue parole sono degne di un vecchio', e Platone: 'Invece le tue sono parole di un tiranno.'"   Diogene Laerzio 

L'orecchio di Dionisio

Fu il pittore Caravaggio che, nel 1608, ispirandosi alla sua particolare forma che ricorda un padiglione auricolare, battezzò con questa espressione la grotta che si trova in una delle numerose cave, le latomie, situate all'interno del "Parco archeologico della Neapolis", sotto il teatro greco di Siracusa. Secondo la leggenda il tiranno Dionisio di Siracusa utilizzava la grotta, che aveva fatto apposta costruire, appostandosi sulla cavità superiore per origliare i discorsi dei suoi nemici e dissidenti imprigionati. La grotta ha infatti una straordinaria capacità di propagazione del suono, una speciale acustica grazie alla quale è stata utilizzata in passato -e saltuariamente anche oggi- per rappresentazioni musicali e teatrali. Salito al potere abbattendo la democrazia che si era instaurata a Siracusa nel 465 aC, Dionisio era uomo di guerra, la cui crudeltà è stata oggetto di opere antiche e anche medievali (vedi Dante, che lo collocò nel settimo cerchio dell'inferno), ma anche uomo che si fregiava di fare e promuovere cultura, un mecenate che portò a Siracusa artisti, studiosi, filosofi (tra i quali Platone). 

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Da Tolomeo a Magellano, dalla mappa al viaggio

Un dizionario geografico un atlante e un trattato di cartografia compongono la cosiddetta “Geografia”, originariamente scritta da Claudio Tolomeo in greco ad Alessandria intorno al 150 dC. Si trattava di una revisione di un atlante perduto di Marino di Tiro fatta utilizzando ulteriori dizionari romani. La sua traduzione in arabo nel IV secolo e in latino nel 1406 ebbe molta influenza sulle conoscenze geografiche del periodo medievale e dell'Europa rinascimentale.  Non è chiaro se la versione sotto forma di mappa fosse presente nell'opera di Tolomeo o se sia stata introdotta successivamente. Sembra infatti che nessun manoscritto greco della "Geografia" sia sopravvissuto prima del XIII secolo e che un ritrovamento sia avvenuto solo nel 1295 da parte di un monaco bizantino, Maximus Planudes, che creò una mappa utilizzando le coordinate fornite dal testo. Le mappe successive vennero copiate dalla sua, come fece Anastasio per l'imperatore Andronico il Paleologo. I primi testi superstiti sono infatti quelli di Costantinopoli, basati proprio sull'opera di Planudes.La prima traduzione latina del 1406 è di Jacobus Angelus, fatta a Firenze sotto il nome di "Geographia Claudii Ptolemaei". Sembra non contenesse mappe, ma risulterebbe che una copia greca di quelle di Planudes fu donata, proprio a Firenze, a Palla Strozzi nel 1397.  CURIOSITA' COLLEGATE: Il concetto di Terra sferica era assodato già nell'alto medioevo, ma la dimostrazione definitiva venne dal viaggio di Magellano  (1519/1522), che dimostrò quattro cose: che la terra è una sfera, che la circonferenza del pianeta è maggiore di quanto avessero creduto i geografi fino a quel momento, che l'America può essere circumnavigata al pari del continente africano (fatto di rilevanza epocale a quei tempi), e che si perdono 24 ore se si segue il cammino del sole da occidente a oriente.

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