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«Le persone come noi, che credono nella fisica, sanno che la distinzione fra passato, presente e futuro non è altro che una persistente cocciuta illusione» Albert Einstein

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La stele di Rosetta

La stele di Rosetta è una lastra di basalto sulla quale Tolomeo V fece scolpire il testo di un decreto in tre tipi di scrittura in uso allora in Egitto, la geroglifica, la demotica (l'ultima "fase" della scrittura egiziana a quell'epoca) e la greca, così da poter raggiungere il maggior numero di persone. Perché il greco? Beh il capostipite della dinastia tolemaica, Tolomeo I, era greco! Più precisamente macedone, militare di Alessandro Magno e poi, oltre a re d'Egitto, fondatore della famosa biblioteca di Alessandria dove i manoscritti venivano tradotti in greco. E' grazie a questa stele che con immensa pazienza -partendo proprio dai nomi di due re, Tolomeo e Cleopatra- furono decifrati i geroglifici dissotterrandoli così finalmente dall'oblio. L'epoca del ritrovamento è quella della campagna napoleonica, gli inglesi sconfissero i francesi e portarono la stele, ritenendola una scoperta importante,  al British Museum dov'è tutt'oggi. Siamo agli albori del 19simo secolo, 1802 circa.

Il progetto di oggi   Anche il mondo contemporaneo ha la sua stele. Esiste un progetto, il progetto Rosetta, che ha lo scopo di realizzare un archivio -da riportare anche su un disco in lega- contenente un testo riprodotto in 1.000 lingue. Ovviamente, per i posteri.  Per chi volesse, è finanziabile. Su Wikipedia c'è un buon riassunto, ma per chi conosce l'inglese e vuole approfondire il sito è questo: https://rosettaproject.org/

"La scrittura si sforza di rappresentare – con segni convenzionali – la parola, la quale prima che scritta (si sa) esiste parlata. Per ritrovarla, quindi, nella sua interezza di significato, quasi in noi ridestando l'istinto geniale dal quale essa nacque, bisogna dirla, bisogna rappresentarla con la voce, che è il mezzo della sua esplicazione perfetta, in quanto ne balzò la prima volta vivente." Ofelia Mazzoni

Leggere ad alta voce 

Per noi oggi la lettura "normale" è quella silenziosa, ma non è sempre stato così. Nell'antichità si leggeva ad alta voce e non veniva nemmeno in mente di farlo diversamente. Del resto imperava l’oralità in tutti i contesti, sociale, politico, culturale, e non mancavano prestigiosi pensatori (vedi Socrate) che si rifiutavano di mettere per iscritto ciò che poteva, e doveva, essere detto a voce, discusso, per non rischiare di impoverire la comunicazione. Molte grandi opere classiche (come l’Odissea) sono state “composte” per via orale e messe per iscritto molto tempo dopo. Non è un caso e non è solo solo a causa della difficoltà di scrivere su supporti come le tavolette o i rotoli. E’ in epoca romana che le cose iniziano a cambiare, ma è interessante notare che ancora la lettura (ad alta voce) stenta a conquistare, e non solo perché rimangono pochi i testi&lettori, ma perché questa attività era considerata "a rischio", una sorta di sortilegio. Chi leggeva infatti non solo dava magicamente sonorità alle lettere, ma cessava di esistere per incarnare qualcun altro, colui che aveva scritto. Le persone a cui quindi era affidata questa “pericolosa” attività erano gli schiavi, professionisti della lettura (come spesso della scrittura e dell'insegnamento) la cui funzione era semplicemente quella di rendere un servizio. L'uomo “libero” di solito non leggeva, ascoltava. Ma poi l'avvento del libro, il passaggio epocale dal rotolo al codice, dagli scomodi papiri che andavano srotolati ai testi che si sono via via evoluti fino al libro attuale (i codici erano fogli di papiro o di pelle riuniti in fascicoli a cui in seguito si è aggiunto un dorso), ha cambiato tutto. Non solo i testi iniziarono a diffondersi arrivando a più persone, ma aumentavano sempre più coloro che potevano –e volevano- leggere e i libri pian piano acquistarono valore e prestigio. E all'epoca del primo cristianesimo non solo il codice, il libretto, era visto e “promosso come ottimo strumento divulgativo, ma alla lettura pubblica (ad alta voce) si affiancò quella silenziosa che inaugurava un nuovo rapporto con il testo e una nuova forma di culto, privato ed interiore. Oggi la lettura ad alta voce gode di un nuovo valore, si riconosce che per studiare un testo è senz'altro da preferire, per esempio, e se ne apprezza la funzione sociale e quella educativa.

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